lunedì 6 aprile 2009

Rumore, polvere, silenzio


Foto di etna walk ©
Questa notte si è consumata una tragedia che lascerà i suoi segni, che sarà difficile dimenticare. Così come difficile è accettarla.
Pensavo proprio a questo: erano anni che non venivamo coinvolti, presi e sbattuti dentro con forza dai media, in catastrofi come quella del terremoto abruzzese. Personalmente, era come se avessi dimenticato sciagure di questa portata. Come se non ricordassi più che certe cose possono accadere. E quando accadono, devastano: le cose, le persone, dentro e fuori.
Certo: ci sono stati altri terremoti, c'è stato lo tsunami, ci sono state le guerre (forse la peggiore fra le sciagure). Eppure, è come se pian piano avessi rimosso, facendo sfumare sempre di più l'attenzione verso temi infinitamente più scialbi: la società, la politica, i fatti e i fatterelli che riempono l'attualità.
E poi, stanotte, il terremoto. La distruzione, i dispersi, la morte. Bang. Un colpo, una fitta violenta. Fa male venire a sapere certi fatti. Fa un male cane.
Ma ora che quel dolore c'è, bisogna tentare di conviverci. Provare a non dimenticare e fare silenzio.

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