lunedì 12 maggio 2008

La ragion di Stato e la verità


Foto di gaiaccia
Impossibile restare impassibili di fronte a quanto è successo sabato a "Che tempo che fa". Piccoli fatti che, al solito, scatenano ragionamenti più ampi. Provo a fare un po' d'ordine.
Marco Travaglio sabato era ospite alla trasmissione di Fabio Fazio (cliccare qui per i video: parte 1, parte 2, parte 3). Nel corso dell'intervista, il bravo e preciso giornalista ha tirato in ballo il neo-presidente del Senato Schifani. Semplice racconto dei fatti, diranno alcuni. Accuse gravissime, diranno altri. Solito polverone fatto di chiacchiericci, accuse, querele, pubbliche scuse nel quale è difficile distinguere la ragione e il torto. Basta guardare un po' più a fondo, però, per capire che per l'ennesima volta ci troviamo di fronte ad un'informazione distorta, ad un sistema politico impreparato, alla solita, inutile lotta per far prevalere una ragione sull'altra. Occorre fare dei distinguo.
Lo scontro, alla fin fine, è fra la ragion di Stato, con le sue istituzioni e uomini chiave, e la verità. Non assoluta, certo. Ma che si attiene ai fatti, veri, reali. Un giornalista questo deve fare, è il suo lavoro. Certo, non deve scadere nella diffamazione. Ma è giusto che si informi e faccia informazione.
La controparte, dal canto suo, non deve ritenersi intoccabile. Si apra, spieghi, dialoghi. Irrigidirsi è sempre un brutto segno: è come ammettere la propria colpa, chi è tranquillo non lo farebbe. Parlare di "attacchi" pure: significa vedere contrapposizioni inesistenti.
Tutto il caso, poi, è ingigantito perché di mezzo c'è la televisione. Anzi, essa è la causa ed il megafono, l'amplificatore di tutta la questione. Ciò che dice Travaglio non può avere un peso specifico solo in tv. Perché in pochi ce l'hanno coi suoi articoli, coi suoi libri, con le sue conferenze? Perché essa è considerata un'arma potente. Che deve riprodurre un certo sistema morale, normativo, politico (lo Stato), non andargli contro. Discorso estremamente razionale, per carità. Ma, anche se scomoda, la verità dev'esser divulgata. Saranno poi i destinatari a decidere a chi dar credito.
Non mi è piaciuto troppo neppure l'atteggiamento del PD. Certo non doveva rincarare la dose, ma quantomeno smarcarsi da queste logiche di contrapposizione tra la ragion di Stato e la verità. "Non c'era contraddittorio", dice la Finocchiaro. Ma se la verità è tale, se è detta da uno di cui ci si può fidare (e di Travaglio ci si può fidare) allora non ha bisogno di un contraltare. Basta a se stessa. E avanza.
Insomma: tutte le posizioni possono essere plausibili. Certo, c'è bisogno di onestà a monte. E di trasparenza, poi. Troppo pochi, però, quelli che la cercano davvero.

giovedì 8 maggio 2008

L'uomo verde


Foto di BHowdy
Non che mi aspettassi chissà che da Berlusconi. Ormai ho capito com'è fatto. Però uno spiraglio di speranza voglio tenerlo aperto, quantomeno per sognare un domani in cui il Cavaliere tragga spunto dagli errori del passato e si sappia correggere. Più fesso io che questa possibilità gliela concedo. Perché puntualmente ci ricasca.
Tronfio di gioia per aver creato un governo in 25 giorni, Silvio ha presentato la lista dei ministri: alcuni nuovi, altri già noti. Fra questi, c'era da aspettarselo, figura anche Roberto Calderoli. Notizia positiva: almeno non è vice-premier. Notizia negativa: gli hanno ritagliato su misura un ministero (senza portafoglio) nuovo di zecca. Sarà infatti ministro per la semplificazione. Ministro per la semplificazione?!? Lui?!? Sì, ministro per al semplificazione, embè?
Gelo. Ricordiamoci che Calderoli è quello del "Porcellum", della legge elettorale da lui stesso ribattezzata come "legge-porcata"; è quello che, nella passata legislatura, sedendo (oggi come allora) in parlamento come ministro, si presentò al Tg1 con la famosa t-shirt offensiva nei confronti dell'Islam; è quello che, dal suo bagaglio lessicale, attinge spesso strani vocaboli come "ricchioni", "culattoni", "froci", "negri", "barboni" e via dicendo. Come se nulla fosse.
Dunque, tanto per ricapitolare. Primo: ha creato una legge elettorale cervellotica, impossibile, da labirintite. Un unico obiettivo (raggiunto, a vedere i fatti): far vincere la sinistra senza darle modo di governare davvero. Per dirla con altri termini: far piombare il nostro paese (l'Italia, non la Padania) nel caos. Secondo: in tv non vengono dette tante cose più importanti, si oscurano volutamente notizie, fatti, satira persino. E a questo signore, solo perché ministro, gli si permette di andare alle otto e mezzo di sera davanti a milioni di italiani a prendersi beffe della religione islamica? Vergogna! Terzo: al posto di girare tanto attorno ai termini, basterebbe innanzi tutto parlare di "persone". Di esseri umani. Punto. Buoni o cattivi, belli o brutti: questo siamo. Le definizioni taglienti servono a poco, il più delle volte.
Che dire: questo essere è un maestro della semplificazione. L'uomo giusto al posto giusto. Ha fatto più casini lui che un elefante in un negozio di cristalli.
Che pena. Davvero non cambieremo mai.

martedì 6 maggio 2008

L'uomo nero


Foto di aaaah
Nicola è morto. Nicola è il ragazzo barbaramente picchiato qualche giorno fa da un gruppo di "ragazzi" che non sono ragazzi, sono delle bestie. Una storia che gela il sangue nelle vene. Ma che non va dimenticata.
Così come non va dimenticato un elemento importante: questo abominio non è opera del solito romeno, del solito marocchino, del solito terrone. Non sono stati "i soliti", "quelli che danno solo fastidio", "gli extracomunitari". Peccato: contro di loro è sempre molto facile prendersela.
No, questa volta sono stati "i nostri", ragazzi come me, come noi, inseriti a pieno nella nostra società. Cresciuti, però, in una (non) cultura fatta di odio per il diverso. Diversità che vedono ovunque, anche in un "no" di un giovane che ha rifiutato da loro una sigaretta. Sentono aumentare al massimo il pericolo ed allora si stringono in gruppi, in branchi, in ronde che esistono perché c'è un nemico da eliminare. Possibile vedere ancora il mondo in questi termini? Evidentemente sì per alcuni. L'importante è che non ci si abitui, che il tutto non scorra via come se nulla fosse.
Dire che tutti gli extracomunitari sono delinquenti fa comodo. Parecchio comodo. Si mette tutto in unico calderone e buonanotte. Ma in questo caso? Cosa si fa? Nulla? Si fa passare tutto in sordina? Ecco il risultato delle ronde notturne: odio, coltelli, pestaggi. Ecco i rigurgiti fascisti. Ecco il dolore che torna per le strade. Portato da ragazzi come me.
E adesso? Dall'uomo nero chi ci protegge? Se l'uomo nero ci protegge dai "delinquenti" ma, durante le ronde, a tempo perso, si mette a picchiare chiunque si trovi davanti allora dov'è la sicurezza? Chi la porta?
Fermare questa spirale. Basta. Stop. Lo stato deve intervenire, nessun altro. Se ognuno si mette a menar le mani si torna nello stato di natura, sopravvive solo il più forte.
Ma senti cosa c'è ancora bisogno di scrivere, nel 2008...

venerdì 2 maggio 2008

Totalmente impreparati


Foto di justfrank001
Credo che pian piano, a piccoli passi, stiamo tentando di toccare il fondo. Anzi, di andare sotto il fondo. L'impressione mi sorge da una notizia di attualità: la decisione, da parte dell'Agenzia delle Entrate, di pubblicare sul proprio sito internet i redditi degli italiani.
Io non ne capisco molto, sono ancora "periferico" rispetto a fatti come questi, non saprei in definitiva dire se è stata una mossa saggia o una porcata. Non so, non mi pronuncio.
Ma un fatto come questo dà modo di riflettere, di guardare un po' più da vicino il nostro modo di fare e le nostre reazioni: premettendo che tutti i dati riguardanti i redditi sono pubblici ed alla luce del sole, prima si è deciso di mettere tutto on-line salvo poi fare dietro-front perché poi i dati sarebbero diventati ingovernabili. Il sito in questione ha immediatamente rimosso le documentazioni riguardanti i redditi. Peccato però che non avevano pensato ad e-mule: lì i dati circolano liberamente, non puoi bloccarli. Allora si è arrivati a dire che, essendo il possesso degli stessi un reato contro la privacy, si rischiavano pene severe per coloro i quali fossero stati trovati coi file delle dichiarazioni 740 di Tizio, Caio e Sempronio.
Un pasticcio infinito. Un turbinio di incomprensioni, malintesi, voci, smentite che non ha fatto altre che generare un sentimento cui noi italiani siamo ormai affezionati: l'immobilismo. Quell'idea che, sotto sotto, porta a pensare che tanto tutto va male, che non si riesce mai a fare le cose come andrebbero fatte, che all'estero queste cose non succedono e bla bla bla...
Impreparati. A tutto. Ecco cosa siamo: degli eterni impreparati. Nessuno sa cosa fare, nessuno sa come venirne fuori. Tutti blaterano a gran voce ma in pochi fanno qualcosa.
Ma, dico io: se questi dati sono pubblici, reperibili nelle Agenzie, perché metterli "anche" on-line? E, sempre se sono pubblici, allora perché possederli sul proprio computer è da considerarsi un reato? E soprattutto, perché siamo così pericolosamente ficcanaso? Perché documenti come questi finiscono puntualmente nelle mani sbagliate? Perché si urla all'insurrezione contro Visco, quando questi non c'entra niente? Quali sono i danni che lo Stato dovrebbe risarcire?
Quando scoperchiamo certe pentole, solitamente noi italiani non facciamo mancare ampi strascichi polemici in seguito all'apertura stessa. La pentola continua a bollire, tutti parlano, nessuno sa cosa farne. Ecco perché siamo impreparati.