martedì 6 maggio 2008

L'uomo nero


Foto di aaaah
Nicola è morto. Nicola è il ragazzo barbaramente picchiato qualche giorno fa da un gruppo di "ragazzi" che non sono ragazzi, sono delle bestie. Una storia che gela il sangue nelle vene. Ma che non va dimenticata.
Così come non va dimenticato un elemento importante: questo abominio non è opera del solito romeno, del solito marocchino, del solito terrone. Non sono stati "i soliti", "quelli che danno solo fastidio", "gli extracomunitari". Peccato: contro di loro è sempre molto facile prendersela.
No, questa volta sono stati "i nostri", ragazzi come me, come noi, inseriti a pieno nella nostra società. Cresciuti, però, in una (non) cultura fatta di odio per il diverso. Diversità che vedono ovunque, anche in un "no" di un giovane che ha rifiutato da loro una sigaretta. Sentono aumentare al massimo il pericolo ed allora si stringono in gruppi, in branchi, in ronde che esistono perché c'è un nemico da eliminare. Possibile vedere ancora il mondo in questi termini? Evidentemente sì per alcuni. L'importante è che non ci si abitui, che il tutto non scorra via come se nulla fosse.
Dire che tutti gli extracomunitari sono delinquenti fa comodo. Parecchio comodo. Si mette tutto in unico calderone e buonanotte. Ma in questo caso? Cosa si fa? Nulla? Si fa passare tutto in sordina? Ecco il risultato delle ronde notturne: odio, coltelli, pestaggi. Ecco i rigurgiti fascisti. Ecco il dolore che torna per le strade. Portato da ragazzi come me.
E adesso? Dall'uomo nero chi ci protegge? Se l'uomo nero ci protegge dai "delinquenti" ma, durante le ronde, a tempo perso, si mette a picchiare chiunque si trovi davanti allora dov'è la sicurezza? Chi la porta?
Fermare questa spirale. Basta. Stop. Lo stato deve intervenire, nessun altro. Se ognuno si mette a menar le mani si torna nello stato di natura, sopravvive solo il più forte.
Ma senti cosa c'è ancora bisogno di scrivere, nel 2008...

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