
Foto di luigi.carrieri
Quando la bella stagione è agli sgoccioli, di solito, non resta di lei che qualche fotografia da guardare, due o tre canzoni da riascoltare, ricordi agrodolci che pian piano diventano sempre più rarefatti. E' fatta spesso di giorni che si vorrebbe rivivere infinite volte. E' veloce, passa in fretta e molto spesso sfugge via senza neppure accorgersene.
A me, però, l'estate non piace. Il caldo, l'aria bollente, il sole che picchia. L'ambiente ideale per mettere sotto sedativi il cervello, abbassare la serranda del ragionare, della voglia di creare, di credere in un'idea. In estate basta una spiaggia, un lettino, un cruciverba e poi chissenefrega. Per questo odio l'estate: non che sia una brutta stagione di per se stessa, quanto più perché passa e, senza che neppure ce se ne renda conto, strascica noia e ripetitività.
Lo vedo intorno a me. L'ho sperimentato lungo tutta questa stagione. L'ho provato sulla mia pelle: avrei potuto raccontare tanto di me, di quel che mi accadeva attorno, di un gran numero di fatti e fatterelli più o meno seri che meritavano di essere appuntati. E che invece si sono liquefatti. Come un ghiacciolo al sole.
Tutto sembrava possibile, tutto poteva accadere. E invece nulla, o quasi. Solo qualche ricordo che già inizia a svanire.
La odio, l'estate.
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