giovedì 30 ottobre 2008

Le lacrime e il coccodrillo


Foto di Alessio85
Non era così che avevo immaginato il mio blog. E' un blog triste, un almanacco delle brutture che vedo attorno a me, che mi colpiscono, che mi fanno davvero male. Avrei preferito altri temi, un umore diverso, un po' più di gioia in queste righe.
Anche oggi, mi ritrovo a fare i conti con un mondo che capisco sempre meno. Perché pieno di stranezze, di fatti insensati, così poveri di buonsenso da far paura.
La riforma dell'Onorevole Gelmini è passata. La protesta (pacifica, gioisa, produttiva) che le si opponeva è stata fiaccata dalle parole vergognose di Cossiga. Quel "caos calmo" che viveva il mondo universitario in questi giorni è stato spezzato dagli attacchi squadristi (forse programmati?) di Piazza Navona.
Mentre accadeva tutto questo, ero a Urbino, all'università, in quella che considero ormai la mia seconda casa. Mi guardavo attorno, vedevo facce preccupate, deluse, stanche, depresse. Capivo d'un tratto che la bellezza di questi anni era tutt'a un tratto sfiorita. Forse per sempre. I diktat, una situazione che se non è regime poco ci manca, il bene comune calpestato, una riforma irresposabile, una protesta inascoltata, gli scontri, il sangue. Ho appoggiato la testa fra le mani e quasi avrei potuto piangere. Lo schifo è tale che ormai non si ha più nemmeno la forza di piangere davvero.
Ed ora, mi chiedo? Che cosa accadrà nei prossimi giorni? Ho paura: innanzi tutto perché potrebbe accadere l'irreparabile. Se c'è gente che predica sermoni in cui si parla di bastonate e sirene d'ambulanza, difficilmente si potrà vivere in maniera civile e pacifica. Ho paura soprattutto per la scuola, per l'università: che ne sarà di loro? Tanto vale iniziare a scrivere i "coccodrilli" e dolerci per le dolenti perdite.
Sì, perché quando si taglia così sulla cultura, sull'istruzione, sulla scuola, sull'università vuol dire che vuoi ucciderle. Che ormai sono cose superflue. Ma se tutto ciò è il superfluo, che cosa è necessario? Cosa?

Nessun commento: