venerdì 14 novembre 2008

Impossibile perdersi


Foto di Liberoliber
Un tema abbandonato da un po': presente contro passato, cosa c'è ora e cosa non c'era prima, come possono cambiarci l'esistenza gli oggetti che ora popolano la nostra vita.
Qualche settimana fa ho iniziato ad usare Facebook, un social network di cui mi affascinano più elementi, spesso anche in contrasto fra loro: è utile, divertente, buono per passarci qualche minuto a far nulla davanti allo schermo di un computer. Ma d'altro canto, sa essere totalmente inutile (se ci si passa troppo tempo) e ripetitivo (perché si vengono a sapere fatti e fatterelli che già si conoscevano a memoria). E' in grado di stravolgere concetti ormai consolidati come "amico" o "privacy". Insomma, è strano.
E' strano perché fa cadere ogni velo, ogni cosa è svelata, non c'è più il gusto di farsi domande del tipo: "chissà che fine avranno fatto Tizio e Caio?". Ora è tutto lì, a portata di clic. In una iper-comunicatività che desertifica l'immaginazione. Ne fa perdere il gusto.
Facebook è solo un'esempio: che dire dei tanti altri siti (YouTube e Flickr su tutti), che svelano angoli di vite di cui non avremmo neppure immaginato l'esistenza? Che dire di Yahoo! Answers, dove si possono trovare in pochi minuti risposte facili ad ogni nostro dubbio? Che dire di servizi come Google Maps o ancora oggetti high-tech come i navigatori satellitari?
Si perde il gusto di rimanere con un dubbio, con un "non so". Non c'è più il piacere di sbagliare strada, di prendere itinerari non convenzionali: tutti arriviamo a destinazione, sempre e comunque. Sia col corpo che con la mente.
Arrivo al solito punto interrogativo, gustoso perché so che rimarrà insoluto chissà per quanto ancora: tutto ciò ci può cambiare, cambiare il concetto stesso di "uomo"? Mah. La risposta, ovviamente, su Yahoo! Answers non c'è. Occorrerà pensarci un po' su.

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