
Ho sempre reputato l'economia come una branca del sapere parecchio arida, vuota, con la quale non avrei mai voluto aver nulla a che fare.
E invece mi sono ben presto reso conto che, vuoi o non vuoi, bisogna farci i conti. Perché l'economia si è fatta largo nell'ambiente umano, nella società. Più che la sua importanza, mi stupisce il suo modo di fare, così invasivo e freddo, che mal si accosta alla vita. Che al contrario è creatività, è imprevedibilità, è per sua natura incontrollabile.
Mi infastidisce questa ingerenza. Mi rattrista pensare che questa "mano invisibile" che è l'economia possa indirizzare in un senso o in un altro la vita di miliardi di persone.
Specialmente perché si tratta di una mano che tende a sgretolare tutto in nome del profitto. Che tutto ciò che incontra deve trasformare in oro. E pazienza se di mezzo ci sono persone, sensazioni, emozioni...
Ma ciò che più mi irrita notare come, inevitabilmente, quello spazio composto dall'umanità sia coinvolto in questo turbine. Viene travolto, all'inizio senza neppure accorgersi ma poi ne rimane frastornato. E nulla è come prima.
Ed eccoci allora lì ad ingrassare le tasche di quei pochi ometti che governano il mercato. "Insert coin", inseriamo monete. Come nei vecchi videogiochi. Così, quasi inconsapevolmente.
Poi però, se un attimo ci guardiamo attorno, ci scopriamo poveri. Notiamo come il nostro sapere, il nostro lavoro, la nostra vita valgano sempre meno. E dunque non sappiamo più cosa fare.
Ripeto: le mie conoscenze in materia sono praticamente nulle. I miei sono solo pensieri. Forse anche troppo semplici. Però, riguardo questi temi, noto un malcontento ed una impotenza così abissali che non possono non farmi riflettere.
Credo che la guida migliore in questo ambito sia il sano buon senso. Ammesso che esista ancora. La verità sta nel mezzo: non sono né per il capitalismo sfrenato, né tanto meno per il comunismo. L'economia è un abito così importante per la nostra società? Bene, allora che faccia qualcosa per la società. Che l'economia operi nella società senza stravolgerla, senza sfruttarla, senza farle perdere la bussola.
Non chiedo che gli imprenditori si mettano a fare quella beneficenza finta e pelosa. Ma che saggiamente si accorgano che c'è un mondo che vive, che pulsa fuori dai loro consigli di amministrazione. Che non devono spremerlo, ma aiutarlo.
Su questi temi c'è un'organizzazione che sta facendo molto (ma che non conosco ancora bene): si chiama Make Trade Fair. Una piccola bussola per questa società, e questa economia che si sono perse ormai da troppo tempo.
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