
Una volta mi facevo meno domande. Ora forse me ne faccio anche troppe. Magari non giungo a capo di nulla, però continuo a farmele.
Lo scoglio su cui più frequentemente vado a sbattere, nel tentativo di capire qualcosa di più del mondo e di me stesso, è il seguente: mi sono reso conto che per conoscere ciò che hai attorno, la tua "porzione di mondo" devi vedere, devi capire, devi percepire, devi informarti, riflettere, confrontarti, immaginare. Lasciarti guidare dalle emozioni ed a tempo stesso tentare di capire.
Bisogna, dunque, in qualche modo avere una base solida costruita per te da altri. Ma a tempo stesso non dimenticare che anche ciò che c'è dentro di te è importante. Le emozioni non mentono. Ma possono fornirti una visuale che è solo la tua. Migliore, peggiore, comunque difforme dall'oggettività. Ammesso che essa esista.
La Verità, credo che appartenga solo ad una grande persona vissuta duemila anni fa (via, verità, vita...). Ma il nostro mondo, diventato di colpo così ampio, ha tante piccole verità. Tutte con la "v" minuscola. Ogni persona ne porta con se un piccolo pezzo, una briciola. Sempre giusta. Sempre discutibile, a tempo stesso. Ma, comunque, da dove nasce? Cosa guida quella verità? La mente o il cuore?
Mi domando perciò come si possano equilibrare le due cose. Il cuore è meglio della mente? Oppure il cuore mente? Come venirne fuori?
Nessun commento:
Posta un commento