
... Da non confondere con la "tv-spazzatura". Quella c'è sempre, sui nostri schermi non manca davvero mai. Però in questi ultimi giorni in tv c'è la spazzatura, quella vera, quella ammassata per le strade.
Si tratta di un problema serio, di una piaga che sta mettendo in ginocchio quasi per intero la Campania. Di qualcosa di cui noi che abitiamo lontano da quei luoghi ci accorgiamo solo adesso perché è la tv a dircelo.
Proprio su questa particolarità vorrei riflettere, non tanto sull'emergenza (per quanto gravissima) in sé: il modo in cui essa è piombata nelle nostre vite è una scintilla che mi permette di aprire un ragionamento più ampio sulla comunicazione e sull'informazione.
La nostra vita è fatta di concretezza, di gesti che compiamo, di azioni che (più o meno volontariamente) ci ritroviamo a fare. Non solo: risentiamo di molti stimoli esterni, provenienti in particolar modo dai mass media, che ci permettono di allargare le nostre percezioni, le nostre conoscenze.
Sappiamo tutto, o quasi, di ciò che appare sul piccolo schermo. Basta tenere la tv accesa per qualche minuto, senza neppure prestarvi troppa attenzione.
Il problema è che spesso e volentieri ci piove addosso una grandinata di informazioni pressoché inutili. Che spesso fanno leva sull'emotività, che ci colpiscono, che possono attrarre la nostra attenzione per un po'. Ma sostanzialmente inutili.
Deriva da ciò una sensazione poco edificante: si è portati a pensare che se una cosa non è in tv, allora non esiste.
Di quanti problemi, di quante emergenze, di quanti drammi non siamo ancora al corrente? Se la tv ci dice tutto, perché spesso certe notizie vengono manipolate, distorte, offuscate? Perché, alla fin fine, ci sembra di non sapere niente?
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