sabato 12 gennaio 2008

Una volta il calcio era più bello


Mi pare di capire che oggi riprende il campionato, dopo la pausa natalizia. Non che la cosa mi interessi troppo. Da diversi anni il calcio, questo calcio, il nostro calcio non mi piace più. Fino a non molti anni fa era una passione. Per non parlare di quando ero poco più che un bambino...
Spesso mi ritrovo a pensare che tutto ciò che riaffiora dai miei ricordi, compreso il calcio, è ricoperto di magia.
Ma in questo caso non è così. O meglio, non solo. Una volta il calcio era più bello perché imperfetto, perché verace, perché vicino alla gente. Certo non privo di scandali e loschi traffici sotto banco. Ma lo percepivo come più vivo ed appassionante.
Oggi si è trasformato in business, in un mezzo per far veicolare sponsor, pubblicità, denaro. Un mercato in continua evoluzione che, per la sua frenetica voglia di crescere e di visibilità, si sta giorno dopo giorno allontanando sempre più da quei sentimenti che lo rendevano irresistibile: era una passione, un gioco.
Là dove arriva il denaro la passione si perde. Se il denaro esagera, se porta troppe telecamere, troppi sponsor, troppi interessi finisce per appiattire tutto. Il calcio ha venduto l'anima al diavolo. Finendo per morire. Molto, molto lentamente. Non ce ne accorgiamo, ma la fine è arrivata da un pezzo.
Ne è la prova il calo di abbonamenti alle stramaledette pay-per-view, il crollo dell'interesse per tutti quei programmi (soprattutto "in chiaro") che discutono di calcio, la cancellazione di monumenti quali "90° Minuto".
Una volta il calcio era più bello. Gli stadi pieni. Quei fogli di Gazzetta che, letti e riletti dentro i bar, a fine giornata diventavano sottili come carta velina. La schedina. Platini, Maradona, Van Basten, Matthaus. Le maglie di cotone pesante sempre uguali. I pantaloncini sempre un po' troppo corti. Gli arbitri in nero. Giampiero Galeazzi (più magro), Tonino Carino da Ascoli (più giovane), Paolo Valenti (sempre uguale a se stesso). Quelle domeniche pomeriggio, sul tardi, in cui, fra l'odore dei panni puliti e la minestrina che iniziava a bollire, tutto si bloccava per "vedere i gol".
Lontani ricordi. Peccato.

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