venerdì 28 marzo 2008

Vergogna


Foto di the other Martin Taylor
Un termine che si è soliti sentire quando qualcuno inveisce contro qualcun'altro. Tranquilli: io non ce l'ho con nessuno, vorrei solo parlare della vergogna in quanto tale. Di un sentimento scomodo e per questo dimenticato.
Il problema è il seguente: in Italia è già abbastanza difficile trovare qualcuno capace di indegnarsi. Ma di indegnarsi sul serio. Sì, ogni tanto, quando la misura è proprio colma, qualche temerario prova ad aprire gli occhi, a guardare meglio, a criticare le cose che non vanno. Ma si tratta di esempi rarissimi.
Bene, stando così le cose, figuriamoci con quanta difficoltà si arrivi a provare vergogna per una propria colpa: nessuno è mai messo seriamente alle strette, nessuno risponde in maniera coerente, nessuno tiene ad esser chiaro e retto se ha commesso qualche malefatta. Piccola o grande che sia.
Sarà così lontano un domani in cui un Tizio o un Caio, messi con le spalle al muro dall'evidenza dei fatti, sapranno fare un passo indietro, scusarsi e provare un po' di vergogna? Quando gli omicidi, i ladri, i furbi, i disonesti saranno in grado di auto-definirsi come tali?
Credo che questo sia un altro punto da esplorare, nel buco nero dell'etica italiana. Occorre capirsi e tentare di percorrere strade nuove per migliorarsi. Altrimenti, è ovvio, un confronto su questi temi con altri paesi ci vedrà sempre sconfitti: gli altri sono capaci di fare autocritica, di scusarsi, di provare vergogna, laddove necessario. Noi no. A noi va bene così.
Al contrario, io credo sia ora di dire basta. È sin troppo tardi.

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