mercoledì 2 aprile 2008

Memoria corta


Foto di corriere.it
Io non sono "del settore", ma mi pare di capire che in politica, ed in particolar modo in campagna elettorale, conta solo il "qui e adesso". Programmi, discorsi, proclami, dichiarazioni: il tutto viene preso, triturato nel frullatore mediatico e servito al cittadino-telespettatore-elettore. Per tutto ciò che è stato, non c'è tempo. Non importa più. Le conferenze stampa si rincorrono, le parole diventano quantomai volatili, un lancio d'agenzia "invecchia" nel giro di cinque minuti. Figuriamoci se c'è spazio per ricordare il percorso che ci ha portati sin qui.
Questa memoria corta è patologica e non credo che ci faccia bene. Anzi, ci fa malissimo. Soprattutto perché è un ottimo modo per solleticare l'interesse degli indecisi e dei "politicamente periferici", che sono tanti, troppi. Si rischia di ridurre la politica ad un puro esercizio linguistico, di affabulazione, di vendita all'ingrosso di aria fritta. Dolce, carezzevole magari. Ma sempre aria fritta.
In questo campo, Silvio Berlusconi è un vero e proprio fenomeno. E sottolineo, Silvio Berlusconi: solo lui (altri così non ne conosco). Non l'intero centro-destra. Schieramento che personalmente vedo come avversario, ma anche come interlocutore col quale dialogare apertamente per tentare di cambiare il paese. Credo che si rivelerà tale solo nel giorno in cui Berlusconi deciderà di chiudere il sipario sulla sua esperienza politica. Poi, si vedrà. E credo che le cose potranno andare meglio.
Trovo che il Cavaliere sia un cialtrone, un fine, intelligente, astuto cialtrone che sa acquistare stima, fama e credito personale con monete assai rare: l'emotività, il populismo, la faciloneria, il timore per nemici che solo lui vede e via dicendo.
Su questo mercato, è chiaro che ricordare tanti fatti e fatterelli del passato può esser scomodo. Poco efficace. Si guarda indietro solo per aizzare le folle contro Prodi. Anche se non si capisce il perché: dopo avergli fatto la guerra sin dalla chiusura delle urne, anziché essere contento per la caduta del Professore, continua ad evocarlo come il peggiore degli spauracchi. Mah. Comunque: se lui non ha voglia di dare una sfogliata all'album dei ricordi, cerco di farlo io. Il repertorio è vasto: dal discorso a reti unificate al contratto firmato a "Porta a Porta", dalle figuracce europee agli ultimi attacchi al Presidente della Repubblica. Dai partiti sciolti e ricreati dall'alto del predellino di un'automobile allo stracciare programmi altrui. Dalla rottura con Fini, Bossi e Casini alla ricostituzione del Popolo delle libertà, fra baci, abbracci, pacche sulle spalle e volemosebbene. Molta emotività, molto populismo, molta faciloneria. Purtroppo. Molte contraddizioni, inoltre: cliccando sui link sarà facile riconoscerle. Di fatti concreti, ahimè, nemmeno l'ombra.
Memoria corta. Meglio dare una rinfrescata. Perché le elezioni si avvicinano.

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