venerdì 25 aprile 2008

Uso pubblico della libertà


Foto di BARUDA
Non di rado si sente parlare di uso pubblico della storia. Formula utilizzata da sociologi, politologi ma soprattutto storici per indicare quel processo in cui la storia viene sradicata dal suo contesto naturale, presa e spesso manipolata al fine di sostenere tesi, consolidare istituzioni e via dicendo.
Processo non infrequente specie se ci si trova a commentare il senso di una giornata come quella di oggi: 25 aprile 1945, Milano e Torino sono libere dal nazifascismo, l'Italia inizia a progettare il suo futuro. Una data che è storia, simbolo, fondamento del nostro stare insieme. Ogni storpiatura, ogni tentativo di appiccicarle addosso significati differenti è destinato a fallire: il contesto era diverso, ogni parallelismo col presente diventa impossibile.
Anche se non c'è nulla di sacro nella storia di una nazione democratica come (almeno così si dice) dovrebbe essere la nostra, distorcere il significato di questa festa ha comunque un che di sacrilego: per alcuni, riconoscere che il nostro paese ha un certo passato, che si basa su certi valori, che vive grazie al sacrificio di altri potrebbe essere un boccone assai indigesto. Eppure la storia ha deciso questo. Un atto di schifosa viltà farne un discorso di parte, oggi.
Già, perché la nostra classe dirigente si riempe la bocca con sproloqui sulla libertà. Poco dopo chiede che i libri di storia vengano revisionati per togliere l'enfasi di cui sono rivestite le pagine sulla resistenza.
Questi dovrebbero prima sapere che cosa sia, questa libertà. Come la si conquista, quando inizia a mancare. Che tipo di libertà vogliono: in quali ambiti, da chi, da cosa, per chi, con quali mezzi, con quali scopi?
"Libertà" è una parola potente. Troppo, forse. Sicuramente difficile da definire, tale è l'immensità del suo significato. Ho imparato a diffidare da chi la usa troppo spesso, soffiandola sugli altri come fumo negli occhi. Posso solo immaginare che vita infernale sarebbe, se ci venisse tolta sul serio. Non si preoccupino, questi signori: di libertà ne godono sin troppa.
Buon 25 aprile a tutti. Di cuore.

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