
Foto di * vespertine
"Giovani": un aggettivo vago, una categoria ampia alla quale, chissà ancora per quanto tempo, credo di appartenere anch'io. Per capire meglio questo mondo ho deciso di leggere un libro molto interessante: si tratta de "L'ospite inquietante - Il nichilismo e i giovani" del filosofo e psicanalista Umberto Galimberti. Di temi, problematiche, spunti di riflessione se ne trovano a bizzeffe. Un capitolo, in particolare, mi ha molto interessato: quello sulla scuola. Impossibile non collegarlo, uscendo dalle pagine del libro, con l'attualità e col chiacchiericcio che ha seguito la "riformina" del ministro Gelmini.
Dice Galimberti, dopo aver descritto i tanti mali di cui soffre la nostra scuola:
essi si possono risolvere solo con la formazione, non solo la preparazione, di professori che abbiano come tensione della loro vita la cura dei giovani. E come non si può fare i corazzieri se si è alti un metro e cinquanta, cominciamo a chiederci perché si può insegnare per il solo fatto di possedere una laurea, senza alcuna richiesta in ordine alla competenza psicologica, alla capacità di comunicazione, al carisma.Difficile trovare parole migliori. Si tratta di un concetto che credo di possedere da tempo, ma che non sono mai riuscito a mettere in parole: la scuola è un'istituzione fondamentale, peccato che le sue strutture vacillino in un gioco al ribasso che porta tanto gli insegnanti quanto gli alunni a fare sempre di meno. A non capirsi e a non capire ciò che devono fare.
Galimberti arriva ad un nodo cruciale, arrivando a spiegare quali devono essere le competenze di chi insegna. Perché solo così si potrà ritornare a far funzionare la scuola, a riconsiderarla come uno strumento ultile per la società.
Quanta rozzezza, quanta faciloneria ci sono invece nei provvedimenti studiati dalla Gelmini: grembiule, maestro unico, voti espressi in decimi, bocciatura per cattiva condotta. E via, pochi discorsi. Come se queste fossero le vere soluzioni ai problemi di una classe: impassibilità, intolleranza, pugno duro.
Questa gente che governa, che legifera, che decide delle sorti di milioni di persone vive una vita già piuttosto distante dalle piazze, dalle strade, dalle case della gente "normale". Figuriamoci se questi signori (e signore) sanno qualcosa di quel che accade dentro una scuola. Di conflitti, di paure, di speranze disattese, di frustrazioni (sia per chi insegna che per chi impara) ce ne sono a non finire. Eppure, per loro, il problema principale è quello del grembiule.
Assurdo.
P.S.: consiglio di vedere questo video in cui Galimberti discute de "L'ospite inquietante" con Corrado Augias.