giovedì 9 ottobre 2008

Va tutto bene. O no?


Foto di Fede SK8
Nell'ultimo post, seppure di sfuggita, avevo parlato di mass media. Già che ci sono rimango in tema.
Spesso, quasi per gioco, provo a guardare la nostra televisione con gli occhi di uno straniero, che giunge per la prima volta in Italia, che non conosce la nostra lingua. E che non conosce neppure così a fondo gli italiani.
Bene. Anche una persona di scarsa intelligenza si rende conto di quanto i nostri schermi siano stridenti, contraddittori, vuoti in maniera paurosa. Che idea si potranno mai fare, questi ipotetici occhi forestieri, di noi, della nostra cultura, di ciò che produciamo? Un'idea molto frastagliata, disomogenea.
Perché? Beh, basta guardare un telegiornale, un qualsiasi programma "di approfondimento", basta osservare le nostre pubblicità. Sui nostri schermi c'è di tutto, in un range che va dal Billionaire di Briatore al pensionato che non arriva alla fine del mese; dai consigli per una spesa votata al risparmio, alle feste dei vip; auto di lusso, yatch, orologi, profumi ed angoli arretrati, colmi di fatica, rassegnazione, criminalità.
Un esempio: Studio Aperto. Certo non l'archetipo della buona informazione, ma a suo modo comunque indicativo: si tratta di un grande recipiente al cui interno c'è posto per tutto: si parte col classico disagio per la mancanza di sicurezza, si racconta di qualche omicidio, si distribuisce un'abbondante dose di paura (per il topo d'appartamento, per l'extracomunitario, per l'omicida di turno). Poi si cambia registro: sì, perché poi arrivano il sorrisone di Sua Emittenza assieme a tutto il resto della banda. Ecco allora una buona iniezione di fiducia: niente paura cittadini e telespettatori (che poi è lo stesso), il male c'è ma abbiamo anche un ottimo farmaco per curarlo. Poi si scivola serenamente sulla valletta di turno, sull'ultimo amore di Tizio o Caio, sulla splendida gravidanza di questa o quella.
Dev'esserci una logica, dietro tutto questo. Della quale, in parte, me ne sfugge il senso. A chi è utile un servizio di questo tipo? Perché questi "racconti del mondo" così sfilacciati e incoerenti?

P.S.: per riflettere: odiostudioaperto.blogspot.com

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