
lunedì 20 aprile 2009
sabato 18 aprile 2009
giovedì 16 aprile 2009
lunedì 13 aprile 2009
sabato 11 aprile 2009
Oggi ho visto Luigi De Magistris a L'era glaciale

Clicca qui per vedere il video di Luigi De Magistris a L'era glaciale
Su Luigi De Magistris si è detto tutto e il contrario di tutto. Sia in merito al suo lavoro, sia per quel che riguarda la sua scelta di entrare in politica (candidandosi alle prossime europee). Tralasciando le faziosità e le considerazioni di parte, di lui mi colpiscono alcune caratteristiche di fondo: un uomo per bene, sincero, obiettivo, onesto. Tratti di un modo di fare che, credo, traspaiano molto bene da questa intervista. Un'intervista, una volta tanto, seria e approfondita. Fatta di domande volte a conoscere l'intervistato.
La mente è corsa ad un'altra intervista della Bignardi, di qualche mese fa, che mi impressionò. Ma sul lato opposto: quella che la vedeva di fronte a Mara Carfagna (cliccare qui per il video).
Un Ministro della Repubblica che è là per caso, che non sa cosa dire, che nasconde, svia, non risponde. Prova provata, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, che quasi mai i migliori di questo paese vengono messi al posto giusto.
Spero che con De Magistris questa triste tendenza venga invertita.
giovedì 9 aprile 2009
Oggi ho letto un articolo di Michele Serra

Clicca qui per leggere l'Amaca di Michele Serra
... Cambia il soggetto, il protagonista. Ma il concetto, in buona sostanza, è sempre lo stesso. Purtroppo.
mercoledì 8 aprile 2009
Oggi ho letto un articolo di Michele Serra

Clicca qui per leggere l'Amaca di Michele Serra
Opportunismo, memoria corta, scarsa coerenza. Questi, fra i tanti, sono i mali che attanagliano la politica italiana. Michele Serra lo sottolinea con la solita arguzia e semplicità.
martedì 7 aprile 2009
Oggi ho visto Marco Travaglio a Glob

"Comunicazione politica in Italia": per riuscire a capire qualcosa di più riguardo questo tema, consiglio vivamente di guardare questa attenta (e divertente) analisi fatta a Glob da Enrico Bertolino e Marco Travaglio.
lunedì 6 aprile 2009
Rumore, polvere, silenzio

Foto di etna walk ©
Questa notte si è consumata una tragedia che lascerà i suoi segni, che sarà difficile dimenticare. Così come difficile è accettarla.
Pensavo proprio a questo: erano anni che non venivamo coinvolti, presi e sbattuti dentro con forza dai media, in catastrofi come quella del terremoto abruzzese. Personalmente, era come se avessi dimenticato sciagure di questa portata. Come se non ricordassi più che certe cose possono accadere. E quando accadono, devastano: le cose, le persone, dentro e fuori.
Certo: ci sono stati altri terremoti, c'è stato lo tsunami, ci sono state le guerre (forse la peggiore fra le sciagure). Eppure, è come se pian piano avessi rimosso, facendo sfumare sempre di più l'attenzione verso temi infinitamente più scialbi: la società, la politica, i fatti e i fatterelli che riempono l'attualità.
E poi, stanotte, il terremoto. La distruzione, i dispersi, la morte. Bang. Un colpo, una fitta violenta. Fa male venire a sapere certi fatti. Fa un male cane.
Ma ora che quel dolore c'è, bisogna tentare di conviverci. Provare a non dimenticare e fare silenzio.
domenica 5 aprile 2009
Oggi ho visto Berlusconi in Europa

Clicca qui per la figura di merda #1 oppure qui per la figura di merda #2
Inqualificabile, scriteriato, senza un minimo di rispetto. Ora, certi cerimoniali possono anche apparire troppo ingessati e formali. E forse sono lì proprio perché qualcuno li renda meno austeri. Ma certo questo processo di rinnovamento (ammesso che qualcuno voglia farsene carico) non può passare dal "metodo-Berlusconi". Urlare a gran voce "Mr. Obamaaa!!!" e farsi bacchettare dalla Regina d'Inghilterra (mica dall'ultima delle maestrine d'asilo). Oppure far aspettare il Cancelliere tedesco per una telefonata di mezz'ora. Decisamente non un granché.
Grazie Silvio, ci hai fatto fare un'altra grande figura in Europa. L'ennesima. Come sempre, hai tenuto alta la nostra (già poco benvoluta) bandiera. Grazie ancora.
venerdì 3 aprile 2009
Il vortice

Foto di Darwin Bell
Ci ho ragionato un po' su, e forse ho capito qual'è quella macchia cieca, quel buco nero nell'universo di Beppe Grillo. C'è una falla, per così dire, meramente comunicativa.
Almeno: secondo me. Non so se faccio di questi ragionamenti per una sorta di deformazione professionale o cos'altro. Non so neppure se ciò che sto per dire è giusto, ma è un pensiero che mi andava di annotare.
Prendiamo quel che è successo ieri, l'episodio che ho riportato qualche post fa: Grillo interviene in diretta ad Exit, dice cose (sacrosante) sui temi più disparati. Fa un monologo, non interagisce con l'esterno. Poi prende e se ne va.
Ora, al di là dei contenuti (che non critico perché, ripeto, condivisibili), c'è un problema nell'atteggiamento, nel comportamento. Che poi sono comunicazione: in altre parole, Grillo parla senza rispondere, senza creare dialogo, senza possibilità di feedback. E' il suo stile, certo. La stessa cosa accade nella rete, sul suo blog: ogni giorno getta un sasso (a volte piccolo, a volte immenso) nello stagno, senza però osservare i cerchi che si creano nell'acqua.
Perché non c'è una vera interazione con le migliaia di utenti che rispondono, commentano, condividono un'idea: tutti parlano, tutti lasciano una traccia, tutti partecipano ad una bolgia comunicativa in cui è difficile trovare un filo logico.
Si tratta di possibilità non da poco. Occasioni che ci vengono fornite dalle nuove tecnologie, dalla rete. Opportunità che dieci, quindici anni fa erano impensabili. Però attenzione: perché talvolta la comunicazione può diventare un vortice. Un tornado di parole. Una valle con troppa eco nella quale ci si capisce solo in parte.
Questo è il punto: ben venga una partecipazione che proviene "dal basso" (come si usa dire). Con dei distinguo, però. Non illudiamoci: non è per il solo fatto di comunicare che si partecipa, che si ottiene visibilità e riconoscimento. A volte si fa troppo casino. Un chiasso che produce solo un gran frastuono, che lascia intatti i problemi dai quali si era partiti. E si torna punto e a capo.
Ecco, allora, cosa mi sento di rimproverare a Grillo: non la qualità dei suoi contenuti. Su quelli si può discutere. Quanto più sul modo in cui vengono proposti, le modalità tramite le quali essi vengono socializzati: comunicare quasi mai vuol dire avere ragione in assoluto. Comunicare più degli altri non è sinonimo di esser più efficaci. Comunicare solo sulla rete, poi, significa escludere tante persone che ad essa non hanno accesso. Ed immergersi in quel vortice di cui parlavo poc'anzi.
Grandi opportunità e grandi disagi, come si può notare, in questo caso sembrano collimare perfettamente. E l'esempio di Grillo è solo uno dei tanti. Comunicare è anche questo: un loop. Nel quale c'è ancora tanto da scoprire e tanto da mettere in ordine.
giovedì 2 aprile 2009
Oggi ho visto Beppe Grillo a Exit

C'è un universo che ruota attorno a Beppe Grillo. E, come ho già avuto modo di dire, non tutte le sfaccettature di questo "fenomeno" mi convincono appieno.
Ad ogni modo, alcuni concetti chiave propri di Grillo sarebbe bene che fossero riportati all'interno del sistema politico. Una parte di quel sistema, quella che ci governa in particolare, si è persa da tempo, si è smarrita, fatica a comunicare con l'esterno, parla una lingua tutta sua, fa cose illogiche, ha venduto l'anima a chissà quale diavolo (finanza? Massoneria? Mah...).
Anche se in poco tempo, è questo ciò che ieri sera Grillo ha provato a fare (in diretta) ad Exit. Peccato che non ci sia stato modo di instaurare un vero e proprio dialogo. Ad ogni modo, è stato un ottimo tentativo di riabituarci ad un lessico che la politica sta perdendo. O che forse non le è mai appartenuto.
mercoledì 1 aprile 2009
How do you say "bancarotta"?

Foto di chrisjohnbeckett
Probabilmente tra qualche settimana non ce ne ricorderemo più, ma in Inghilterra, in Francia e in chissà quanti altri posti sta succedendo qualcosa di interessante: la gente comune, diversi cittadini, i lavoratori, hanno capito di esser stati presi in giro dalla finanza. E per questo si incazzano. Alcuni sono arrivati a sequestrare i manager delle aziende per le quali lavorano: per metter faccia a faccia la rabbia di chi è stato ridotto sul lastrico con il management che li ha spinti in quell'abisso.
Ora, posto che alcuni metodi potranno pure suonare come inconsueti, eccessivi o illeciti, c'è da sottolineare un fatto: ho l'impressione che in altri paesi l'informazione riguardo la crisi che ci attanaglia sia più puntuale e approfondita. La gente sa, conosce, si informa. E proprio per questo si incazza. Ed allora c'è chi riversa le proprie rimostranze sui manager (biechi e assetati di profitto), sciopera sapendo benissimo i motivi e i fini che ci si propone, attende fuori dai tribunali per poterne dire quattro a chi lo ha frodato per anni.
Non che questo in Italia non sia possibile, ed anzi mi auguro che un numero sempre maggiore di persone prenda coscienza della situazione in cui ci troviamo. Il fatto è che da noi l'atteggiamento è diverso, le idee sono poche e confuse, l'informazione è distorta.
Dico di più: nel nostro paese certi crimini finanziari non vengono neppure percepiti come tali. La crisi c'è, ma "è colpa dell'euro". Ci invitano ad esser positivi, a non preoccuparci, a spendere come se nulla fosse.
Si fa circolare l'idea che i problemi, i pericoli abbiano la cova altrove. Ed è dell'"emergenza sicurezza" che bisogna discutere, dei romeni, della cronaca nera. Sappiamo tutto di Cogne, Erba e Garlasco. C'è gente che assiepa quei tribunali perché lì va in onda una fiction alla quale si sono appassionati. Bel guaio.
Credo che dovremmo farci aiutare dall'opinione pubblica estera: aiutarci a capire, aiutarci a sapere come ci dobbiamo comportare, aiutarci a ridefinire una scala di valore dove riordinare le questioni che ci riguardano. Cosa percepire come problematico e cosa no.
martedì 31 marzo 2009
Per alzata di Nano

Foto di Primo Congresso Nazionale Il Popolo della Libertà
Non per cacciare il naso in affari altrui, ma al Congresso del Popolo della Libertà ho visto e sentito cose che mi andrebbe di capire. Anzi: di capire come mai quelli che dovrebbero capirci qualcosa, in realtà non capiscono. Capito?
Mi spiego meglio: non serve una poderosa esperienza politica, ma giusto un po' di sale in zucca, per rendersi conto di quanto leggere e frivole siano le proposte di Berlusconi. Leggere, frivole e per questo facili, superficiali, "spendibili" comodamente su un mercato politico che è sempre più arido. Si è trattato di partecipare ad un grande show. E mi domando come i "duri e puri" di AN, i giusti, gli acuti (ce ne dovrà pur essere un gruppetto, là dentro) abbiano fatto a parteciparvi. Ad ubbidire, ad applaudire a comando.
Punto primo: nei giorni che hanno preceduto il congresso, si è fatto un gran parlare dei rapporti di forza in seno al neonato partito. "Non sarà una monarchia", sosteneva Fini. "Sarà garantito il pluralismo", dicevano altri. Cose così. Beh, il solo fatto di sentir la necessità di sottolineare questi punti, non è già l'ammissione implicita di un dubbio che si fa sempre più strisciante?
Secondo: l'elezione del leader del partito. Il bolscevico, filosovietico, comunista e tanto vituperato Partito Democratico ha lavorato anni al suo progetto, i partiti che hanno aderito si sono sciolti con convinzione e tramite elezioni primarie è stato eletto un segretario. In questo caso l'ideatore di tutto l'ambaradan, voleva essere il vecchio e il nuovo insieme. Non c'era posto per altri. "Pazzo", veniva definito colui che avrebbe voluto candidarsi contro il Supremo.
Ma non basta. Non era sufficiente una semplice elezione per alzata di mano. Ci voleva l'acclamazione. Tanto si è discusso su questo punto che alla fine ne è venuto fuori un papocchio che non era né l'una né l'altra cosa (e questo video ne è la conferma).
Da ciò, ne deriva un terzo punto: se c'è una sola candidatura, a che serve votare per quell'unico candidato? Perché farsi prendere in giro in questo modo? Possibile che su seimila delegati aventi diritto di voto nessuno (oh, manco uno!) ha avuto il coraggio di dire: "ma vogliamo farci prendere per il culo fino a questo punto"? E invece niente, silenzio. Guarda caso, l'unico candidato-eletto-predestinato-scioglitore-fondatore-neoreggente aveva già il suo stacchetto musicale pronto. Come pronto era il discorso di un'oretta e passa.
Quarto: il discorso, per l'appunto. Vecchio, decrepito, stantio. In una società che evolve in manciate di secondi, Berlusconi ha ben pensato di parlare di comunismo, di una dittatura che solo lui percepisce, di libertà. "Da cosa", non è ancora dato saperlo.
Ecco, ci sono tutti gli ingredienti per cucinare la solita balla colossale: "costruendo" un nemico che non c'è, Silvio si arrocca nella sua cittadella (fintamente) assediata. Distribuendo una libertà sua, propria, di lui e non di altri: libero è colui che si adegua alle sue regole e ai suoi valori. Gli altri sono comunisti. Sandro Bondi, interrogato sull'argomento da Fabio Fazio, pareva voler confermare questa tesi.
Quindi, il punto cinque: quanta ignoranza c'è dietro discorsi di questo tipo? Se Berlusconi avesse un minimo voglia di leggersi qualche dato, di studiare un minimo di storia recente, scoprirebbe che qui da noi il comunismo non c'è mai stato. C'è stato il fascismo, ma è quello è stato un episodio quasi passabile. Il PCI è stato rappresentato da politici di una caratura morale ed etica che Berlusconi può solo sognare: basti citare Togliatti o Berlinguer. Dove la dottrina comunista ha attecchito di più, guarda un po', ha prodotto comuni, province, regioni in cui si lavora e si produce tantissimo. Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche: regioni rosse ma cuore propulsivo del paese. Non certo un covo di Soviet.
Punto sesto, e concludo: le solite, simpaticissime alzate d'ignegno di Berlusconi. Impossibile farne a meno. Guardate qui: sull'inno d'Italia, alle parole "siam pronti alla morte", Silvio fa "così così" con la manina. E ride.
Mi domando: imparerà mai il rispetto? Capirà mai che in certi casi, in certe situazioni, su certe cose non si scherza né si ride? La pianterà mai di fare il simpatico senza riuscirci affatto?
Ecco: AN e tutti gli altri si sono buttati fra le braccia di questo tizio. E con loro, tutto il resto del Paese, che se lo ritrova a capo di un Governo scriteriato e illiberale. Ognuno rifletta e tragga le proprie conclusioni.
lunedì 30 marzo 2009
Oggi ho visto Passaparola di Marco Travaglio

Visto che una delle peggiori patologie dell'opinione pubblica italiana (ammesso che ne rimanga ancora una) è la memoria corta, Travaglio va a scavare in un passato neppure troppo lontano per capire su quali fondamenta è costruito il nascente Pdl.
Tutto cambia perché niente cambi, l'indignazione si trasforma in sdoganamento, la storia non è "magistra di niente", ogni cosa è dimenticata. Meglio fermarsi un attimo e riflettere.
domenica 29 marzo 2009
sabato 28 marzo 2009
venerdì 27 marzo 2009
Disoccupati

Foto di BigFreaky
"I disoccupati trovino qualcosa da fare": ho lasciato decantare per qualche giorno questa uscita di Berlusconi. Che di per sé è agghiacciante, sbrigativa, distaccata. Al confine con un disinteresse che fa paura.
Si tratta ad ogni modo di una sparata che non va semplicemente messa nel già ricco novero di boutades del Cavaliere. Né tantomeno va lasciata passare come se nulla fosse. Occorre al contrario analizzarla perché dentro ci si coglie un cambiamento, una mutazione nella comunicazione politica.
Sì, perché una dichiarazione del genere appare lontana anni luce dalle promesse della campagna elettorale, dalla "luna di miele" del governo in carica, da quella capacità quasi magica di risolvere ogni problema. E' al contrario sintomo di un'improvvisazione politica, ma soprattutto morale ed etica, spaventosamente profonda. "Prima abbiamo promesso, abbiamo detto e abbiamo fatto. Adesso tiriamo un po' a campare": questa, in sostanza, sembra la morale della favola.
Personalmente, non posso neppure riuscire ad immaginare che cosa si deve provare se, in una condizione di disoccupazione cronica, di perdita del lavoro, di cassaintegrazione, la risposta che si dà ai problemi dei lavoratori ed alla crisi è questa. "Trovatevi qualcosa da fare": facile, come uno spot. Ben più complicato, nei fatti.
Negli altri paesi si dialoga, i governi tendono l'orecchio. Obama apre un forum on-line per dare risposte ai lavoratori. Berlusconi dice, sostanzialmente, di non rompere i coglioni. Complimenti. Bel passo indietro, rispetto ai sorrisoni di un anno fa.
giovedì 26 marzo 2009
Oggi ho visto Roberto Saviano a Che tempo che fa

Clicca qui per vedere il video di Roberto Saviano a Che tempo che fa
Uno splendido momento di televisione, un racconto limpido e crudo di una realtà che pochi conoscevano, un documento imperdibile, difficile da commentare. Occorre solo lasciarlo parlare.
lunedì 23 marzo 2009
Oggi ho visto Passaparola di Marco Travaglio

Travaglio nel passaparola di oggi fa un'analisi molto lucida sul funzionamento della giustizia italiana. O meglio: tasta il polso all'idea di giustizia, un'idea fatta circolare negli ultimi tempi in maniera distorta, sviata.
Lo fa partendo da un paradosso: i "non-stupratori" (rumeni) della Caffarella rimangono in cella, anche se non si sa bene sulla base di quali accuse. Sarebbe possibile una vicenda simile ad un politico italiano, anche di bassissimo livello? Sarebbe possibile tenerlo dentro per reati che non ha commesso? E' facile immaginare quale vespaio ne nascerebbe, quale ampio valzer di untuosi chiarimenti e scuse ossequiose.
Bene. Mentre accade questo, mentre si tiene in cella due probabili innocenti, non credendo alle loro ritrattazioni, il resto del paese sembra viaggiare in senso opposto: il Presidente del Consiglio è stato ritenuto colpevole di corruzione, ma nessuno (lui men che meno) fa una piega. La ritrattazione di Mills, il corrotto, che in un primo momento aveva confessato di esserlo e poi di non esserlo più, chissà com'è viene ritenuta validissima. Subito, sulla fiducia. Mah.
A tempo stesso, una certa parte del potere, della politica e dell'informazione getta fango su Luigi De Magistris: su di lui e sul suo operato è stata aperta un'indagine. Non si sa bene su quali basi. L'importante è che arrivi adesso che ha deciso di candidarsi alle Europee. Guarda un po' il caso.
Insomma, per tentare di destreggiarsi in questa marea di detti e contraddetti bisogna guardare questo video.
domenica 22 marzo 2009
Oggi ho visto Report

Clicca qui per vedere la puntata di Report "Modulazione di frequenza"
Finalmente qualcuno che abbia avuto il coraggio di spiegare al (cosiddetto) "grande pubblico" una questione taciuta per troppo tempo: l'abusività di Rete 4. Una storia lunga più di un ventennio, in cui si mescolano politica, favori, ricatti e conflitti di interessi. Illuminante: vedere per credere.
mercoledì 18 marzo 2009
Oggi ho letto un articolo di Sebastiano Messina

Clicca qui per leggere "Il pazzo" di Sebastiano Messina
Un'onesta disamina di come sono (e saranno) gestiti i rapporti di forza all'interno del nascente Popolo della Libertà. Breve, ma intensa.
giovedì 12 marzo 2009
Oggi ho letto un articolo di Marco Travaglio

Clicca qui per leggere "Mangano & manganello" di Marco Travaglio
Per capire in che caspita di clima politico-sociale-morale viviamo in Italia: impossibile chiudere gli occhi e far finta di non capire.
venerdì 27 febbraio 2009
Oggi ho visto l'intervista a Gioacchino Genchi

In Italia, chi guida il Paese, chi quindi dovrebbe portarlo verso ciò che è giusto, verso ciò che è corretto, non invita i propri cittadini a "non comportarsi male". Al contrario, elimina quei mezzi che possono portare a scoprire tali comportamenti.
Se ne deduce che è lecito rubare, perché tanto le guardie non controllano. E' come prendere l'influenza ma non saperlo perché non ci si fa visitare: il male c'è, ma il medico non può accertarlo.
E' uno strano modo di interpretare la cosa pubblica. Un'interpretazione cui aderisce anche una certa parte della sinistra. E questo non mi piace.
venerdì 20 febbraio 2009
Oggi ho visto Presa diretta

Clicca qui per vedere la puntata di Presa diretta "La scuola tagliata"
Ad onor del vero questa puntata di Presa diretta è vecchia ormai di un paio di settimane. Ci tenevo ad ogni modo a commentarla per più motivi: perché è un documento profondo, attento ad una realtà complessa come quella della scuola. Profondo, attento ed estremamente reale: tanto reale che quasi si fa fatica a credere che possano esistere situazioni così degradate (o, al contrario, così eccellenti).
Poi perché mostra in maniera cruda ma limpida quali siano i modelli da seguire: non le manovre della Gelmini (fondate più sull'economia che non sulla pedagogia), ma sistemi efficienti in cui le cose, semplicemente, vengono fatte bene. Con la testa. Con lo sguardo rivolto al futuro. Non alle casse dello Stato.
E poi perché le telecamere si sono accese dentro le classi, luoghi in cui si dovrebbero formare i cittadini e con essi la società intera. Ruolo assegnato a maestri e professori non motivati, pagati poco o nulla. Considerati ancor meno.
Insomma, quello di Presa diretta è veramente una piccola finestra aperta su un mondo che vale la pena conoscere bene, se lo si vuol cambiare in meglio.
mercoledì 18 febbraio 2009
Oggi ho letto, oggi ho visto, oggi ho fatto

Foto di L_r_scismatica
A poco più di un anno dall'apertura di questa esperienza, di questo blog, mi è venuta in mente una semplice idea per raccogliere meglio le mie idee. Per continuare a pensare scrivendo (e a scrivere pensando), nel timido tentativo di farlo sempre meglio: ecco tutto.
Un articolo di giornale, o un documento video, o l'aver partecipato ad un evento, o chissà cos'altro. Ecco: ho notato che spesso da questi stimoli nascono sensazioni che mi appartengono. Solo che non so bene raccontarle a parole.
E allora ho pensato di lasciar parlare queste esperienze, pur nella loro fragilità. Di appuntarle fra questi post per tenerle a mente, prima di perderli.
Quel che ho letto, che ho visto o che ho fatto diventeranno, quando e se ce ne sarà l'occasione, spunti di riflessione. Da prendere così, come sono: lasciandoli parlare per poi tornare ad osservarli e rifletterci un po' su.
venerdì 2 gennaio 2009
Cosa resterà di questi anni 2000

Foto da Andrew Morrell Photography
Pensavo di tirare un po' le somme, ad un anno dalla partenza, dell'esperienza di questo (piccolo? Umile? Inutile?) blog. Consideravo quanto velocemente è passato questo anno, coi suoi alti e i suoi bassi. Volevo parlarne ma poi ci ho ripensato.
E ho allargato l'idea. Non è solo questo anno ad esser volato: è questo millennio che è partito a razzo. O forse è questo decennio che è finito troppo in fretta. Solo una sensazione, certo. Personale e magari non percepibile da altri. Ma una sensazione che sento, e che meritava di esser appuntata.
Ho vissuto solo la seconda parte degli anni '80, che pure, se ci ripenso, mi sembravano (mi sembrano) infiniti. Ho vissuto tutti i '90. L'1/1/1990 ero all'asilo. Il 31/12/1999 in seconda superiore. Segno che ci sono stati tanti passaggi, tanti momenti, dei percorsi lenti e difficili in quei dieci anni.
E poi gli anni 2000 (si dice così?). Afferrati e già scivolati via, come diceva una canzone. Ma sul serio: non sono riuscito a coglierli, non sono riuscito a strutturare un'idea concreta di me e del mondo che mi sta attorno. Ed ecco che il decennio è fuggito. In fretta, troppo in fretta per ricordare, per raccontare cos'è successo.
Prima vivevo tempi infiniti. Ora mi ritrovo su un autobus che viaggia troppo veloce. Anche se, in realtà, non è che mi abbia portato poi tanto lontano. E non capisco perché.
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