
Foto di eddypedro
Giorni fa mi sono imbattuto in questo video. Un documento a suo modo rilevante. Perché mi ha fatto dimenticare per un attimo la stringete attualità (che pure meriterebbe più di un approfondimento), dandomi modo di osservare meglio il percorso di questi ultimi mesi e di capire dove siamo oggi, in che Italia viviamo.
Protagonista del video è un consigliere comunale della mia città, che giusto un anno fa, di questi tempi, si batteva per una causa nobile, volta a risvegliare il senso civico e l'interesse per la cosa pubblica. Un azione di una certa rilevanza sul piano umano, culturale e politico. Non c'è che dire.
Sotto lo slogan "Al voto subito", Forza Italia raccoglieva delle firme per mandare a casa il Governo Prodi.
Stop. Pausa. Vorrei che, in un interminabile attimo di riflessione, un brivido carico di sdegno corresse lungo la schiena di chi legge: ma dove siamo? E da quando in qua basta una raccolta di firme per far cadere un governo? Come si fa a far credere una cosa simile alla gente? Quanta ignoranza, presunzione, populismo ci sono in una mossa del genere? Ma la Costituzione non diceva per caso che una legislatura deve durare cinque anni?
Per "Al voto subito" sono state raccolte sette milioni di firme (o settanta milioni, o settecento milioni: le cifre non sono mai state chiare). L'occasione, come dimenticarlo, ringalluzì Berlusconi: forte del consenso popolare, dopo lunghi e travagliati dibattiti in seno al partito, studi, congressi e tavole rotonde, in cinque minuti (e dall'altro di un predellino) decise di sciogliere Forza Italia e di creare un partito nuovo.
Come nel più classico degli "effetti a valanga", ecco quali furono le parole di Fini, che evidentemente non stava al gioco. In diversi articoli del 21 novembre 2007, il Presidente di AN annunciava con parole avvelenate: "Il PdL è solo un colpo di teatro", "Berlusconi non è eterno", "la favola è finita, con me ha chiuso". E altre cose di questo tipo. Questo video ne è la testimonianza.
I bei tempi di piazza San Giovanni, del palco con su scritto "Contro il regime - Per la libertà" (quale regime? Libertà da cosa? Qualcuno lo ha mai spiegato?), dell'allegra mescolanza fra cattolici e ex-post-neo fascisti ("Duce! Duce!" ricordate?) erano finiti.
Poi però la storia recente ha preso un'altra strada, quella dell'incoerenza. Ed allora si è arrivati a tutt'altri orizzonti. Faccio un breve riassunto giusto per capire a quali bassezze ci siamo dovuti abituare.
Riannodando i fili che portano all'oggi scopriamo che la favola Fini-Berlusconi non è finita. Tutt'altro. Non solo il primo ha ceduto docilmente al secondo, ma ha dovuto cancellare dalle schede elettorali il simbolo del suo partito. Salito sul carro del vincitore, è stato pure ricompensato con la prestigiosa poltrona di Presidente della Camera. Figura che, in teoria, dovrebbe essere ricoperta da un uomo integerrimo e tutto d'un pezzo, visto che si tratta della terza carica dello Stato. E invece... eh, che volete farci: siamo in Italia, è andata così.
Non solo: se prima la protesta era legittima, meritevole di essere portata avanti con ogni mezzo (anche la menzogna più spudorata), ora sul Governo e sul Presidente del Consiglio non è concesso dire mezza parola. Già, perché l'ex Premier doveva esser sbattuto fuori da Palazzo Chigi in fretta. Ora quello nuovo dispone del lodo Alfano. Giustificazione? Ma ovvio: "è giusto che Berlusconi, forte dello straordinario consenso ottenuto alle elezioni, ora governi senza essere disturbato da altri pensieri". Signor Alfano, Signor Berlusconi: si ricordino lorsignori che avete semplicemente vinto le elezioni. Non avete preso il potere...
V-Day e V2-Day. Il Circo Massimo riempito dal PD il 25 ottobre. Le proteste pacifiche nelle università italiane. La cittadinanza che si risveglia e chiede di essere ascoltata? Macché: quattro gatti, i soliti comunisti, i soliti "somari" svogliati. Tutte zecche fastidiose che non vogliono far lavorare il governo. Ma come? Ma se prima era lecito scendere in piazza? E la libertà? Eccola, la libertà. Negata, perché non è quella che vuole il Capo e i suoi "yes-man".
E' il caso di riflettere. E' inutile continuare a pensare che vada tutto bene, a dire continuamente di sì al Re. E' il caso di iniziare a giudicare. E capire cosa abbiamo perso e cosa abbiamo guadagnato ora che l'incoerenza è al governo.
P.S.: proprio oggi è stato deciso lo scioglimento ufficioso di Forza Italia. Roba breve, di dieci minuti al massimo. Come al solito. Cliccare qui per credere.